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3^ COPPA ITALIA 2010
Organizzatore: CUS Parma
Luogo evento: PARMA (PR) | Campus Universitario
Data evento: 28/02/2010
Tracciatore: DE PIERI Susy

redazione@trailo.it
28/02/2010 19:16:15
Cielo coperto ma nessuna goccia di pioggia sugli atleti impegnati nella terza gara di coppa Italia organizzata dal Cus Parma presso il campus universitario. La denominazione di "dividing opinions" data dagli organizzatori alla gara, in realtà, è risultata alquanto sbagliata: a fine gara, la maggior parte dei partecipanti erano concordi nell'affermare che, questa domenica, avrebbero fatto meglio a lasciare a casa la loro auto come imposto da un buon numero di comuni dell'Italia del nord. In questo campus si erano già corsi, in passato, i campionati italiani sprint di CO e già allora il ricordo non fu dei migliori; oggi, anche il trailO ha assaggiato questo terreno ed il risultato non è stato migliore. La zona è composta da grandi prati dove sono distribuiti i vari edifici che ospitano le varie facoltà universitarie; per questo motivo non ci sono molti spunti tecnici da sviluppare. Il tracciatore, Susy De Pieri, ha però abusato di quesiti dove contava soprattutto l'intuito ed una buonissima vista; raramente, il concorrente ha potuto utilizzare le tecniche proprie di questo sport e, soprattutto, gli edifici non sembravano collocati esattamente sulla carta, togliendo una sicurezza a coloro che ne avevano fatto una base su cui affidarsi. Più di un classificato ha candidamente affermato che non avrebbe scommesso molto sull'esattezza delle proprie risposte: questo significa che, in alcune risposte, ci si è affidati al proprio intuito e alla buona sorte snaturando la natura di questa disciplina. Nonostante tutto, la classifica è valida come terza prova di coppa Italia e quindi andiamo a vedere chi ha avuto la meglio; il podio è composto da un trio di outsider: Stefano Galletti (già nazionale lo scorso anno ad Helsinki) assapora la gioia di essere il migliore davanti all'atleta della società di casa Luigi Lerose mentre al terzo posto si rivede una vecchia conoscenza del trailO Tiziano Vargiolu. Ed i soliti noti? Renato Bettin mette in fila Renato Pelessoni e Guido Michelotti mentre il duo che comanda la coppa Italia (Cereser e Danieli) rimane lontano dai primi; anche Remo Madella (nonostante la carta riporti il suo nome come rilevatore) non riesce a bissare la gara di Sant'Olcese e termina all'undicesimo posto. Dopo la terza gara, la coppa Italia diventa un incredibile rebus: Bettin, Cereser, Danieli, Galletti, Madella e Pelessoni sono tutti racchiusi in 3 punti; è ancora presto per parlare di scarti (almeno 6 i risultati da poter sfruttare) ma la situazione si sta facendo davvero avvincente. Nel mese di marzo doppio impegno a Grosseto e Roma ed a quel punto saremo altre il giro di boa.
cus parma
01/03/2010 21:11:15
Clima fresco, ma fortunatamente senza pioggia, per la terza prova di Coppa Italia di orientamento di precisione (Trail-O), organizzata dal CUS Parma Orienteering tra gli edifici e la vegetazione del Campus Universitario. I migliori élite italiani si sono dovuti confrontare con gli esigenti tracciati proposti da Susy De Pieri, che richiedevano estrema precisione nella stima delle distanze, ottima vista e grandi capacità psicologiche. Fin dall'inizio i concorrenti hanno lottato contro quesiti molto complessi, che comportavano tra l'altro un gioco continuo di apparizione e scomparsa di lanterne dietro gli alberi. Molto difficile, in più di un'occasione, individuare il giusto segnale tra i due più indiziati. La lunghezza della gara (2 ore e 10' il tempo massimo, da 1 ora e 25' a 2 ore e 8' i tempi impiegati) e la complessità delle domande ha comportato punteggi molto bassi nella graduatoria finale, a conferma della denominazione attribuita dagli organizzatori alla gara, Dividing Opinions, dal titolo dell'album dei Giardini di Mirò. Ad imporsi è stato, per la prima volta in carriera, Stefano Galletti dell'Unione Lombarda, con 20 risposte su 25, davanti all'atleta del CUS Luigi Lerose, splendido secondo con 18 risposte esatte e già in evidenza in questo inizio di stagione anche nella corsa orientamento. Per la squadra di Parma ottimo piazzamento anche da Stefano Brambilla, sesto con gli stessi punti del terzo. Undicesimo Remo Madella, che molti avevano indicato come favorito in quanto atleta di casa, leader italiano e cartografo della zona, ma Remo è stato posto in grossa difficoltà dal tracciato di giornata. Da segnalare il bel successo della studentessa tedesca Maria Baumann, attualmente a Parma per via del progetto Erasmus, che ha vinto la categoria esordienti con il 100 per cento di risposte esatte. Il CUS Parma anche in questa prova è riuscito a capeggiare la classifica a squadre e ora comanda con netto margine la classifica del campionato italiano dopo 3 delle 11 prove in programma.
stegal67.blogspot.com
01/03/2010 21:11:20
Sono stato molto in dubbio, e a lungo, sul taglio da utilizzare per scrivere questo pezzo per il blog. Perchè non è che mi possa capitare tutti i giorni di scrivere “Addì 28 febbraio 2010 il qui presente Stefano Galletti ha vinto la gara di Coppa Italia di Trail-O categoria Elite in quel di Parma”... e sento già la voce di SHAron D. OWen alle mie spalle che strepita “Coooooosaaaaaaaaa?!?!?!?!?!?” Sono in difficoltà perchè mi è capitato di pensare, sotto la doccia dopo essere stato recapitato a casa da PLab e Bibi (scortato da Marco e Mary in rappresentanza del GOK quasi al completo), che molto spesso il mio blog è stato come un murales sul quale raccontare le imprese orientistiche di un impiegato panzottello alle prese con uno sport troppo bello per lui. Tante volte mi è sembrato di scrivere come se fossi il bambino che vede sfilare il re nudo, anche se in fondo il mio personaggio preferito resta Jof, il giullare del “Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman, che scherza sempre e fa il matto e ha visioni e sogni in cui nessuno crede, e che alla fine sopravvive mentre la morte trascina via con se tutti gli altri (se non avete visto “Il Settimo Sigillo” e pensiate che vi abbia rovinato la sorpresa, sappiate che non un giallo e non lo si guarda per il finale...). Tutto questo però vale quando non c’è pericolo di passare per uno “sborone” o per uno che vuole tirarsela, vale in tutte le occasioni tranne quelle rarissime occasioni (che a me capitano una volta per ogni decennio) nelle quali si ha la fortuna di vedere il proprio nome in cima ad una classifica. Potrei ancora scrivere come il bambino della favola o come Jof... o al limite potrei far scrivere Sharon!... perchè il bambino, Jof e Sharon fanno sempre parte di me e torneranno presto. Ma qualcuno dei ragazzi e delle ragazze che oggi erano con me a Parma potrebbero aversela a male e pensare che voglio atteggiarmi a qualcosa che non sono (nello specifico, non sono un super-trailoista). Lascio che Jof riferisca il momento nel quale sono emerso dalla macchina dicendo “dov’è Marco che gliele canto!?”... Marco qualche minuto prima mi aveva lasciato dicendo la celebre frase “con sette o otto errori si vince” e PLab in macchina aveva appena finito di contare i miei errori in gra, e si era fermato a cinque (e si era già preso su le sue male parole perchè pensavo che avesse fatto i conti per scherzo). Quindi oggi vorrei commentare una gara senza scendere in dettagli e quisquilie di contorno. Vorrei descrivere la gara vista dal punto di vista di chi, in modo probabilmente inconsapevole, l’ha vinta. Sono andato in partenza accompagnato, o quasi scortato, dal GOK e dalla famiglia Michelotti... praticamente papà Giuliano e suo figlio Guido mi stanno quasi adottando: soprattutto dopo aver visto il panico che mi prende quando entro in una gara di Trail-O... ai punti di controllo della gara di Sant’Olcese, sotto gli occhi di Guido, non riuscivo nemmeno a tenere in mano le cose che mi cadevano continuamente per terra! Partenza e primi tre punti a tempo, ma per fortuna ci vuole un po’ di tempo per liberare la seconda piazzola cosicché anche Andrea Visioli ci mette del suo per mettermi a mio agio e calmo. Scoprirò poi di aver fatto giusti i primi due punti, mentre per il terzo ci vorrebbe l’occhio bionico di Lee Majors o un tiro di dado particolarmente azzeccato. I primi punti nel boschetto del campus si sono rivelati parecchio complicati e talvolta si sono adeguati perfettamente ai miei contorsionamenti mentali del tipo “io so che tu sai che io so...” (ci si è messa anche la mia testa ad incaponirsi su un limite di vegetazione verde 2 che ho scambiato per un mucchio di sterpi a terra. La fretta di lasciarmi alle spalle la zona mi ha lasciato in dote anche l’errore al punto 4, battezzato “C” come “corretto” (come peraltro si sarebbe rivelato) per tutto il tempo che sono rimasto in zona punto, e poi timbrato “Z” per chissà quale motivo... Passaggio nella zona del Campus di Parma con qualche punto da “occhio d’aquila” da scorgere a distanza di parecchie decine di metri, ed ulteriore infortunio patito alla lanterna 9 che ho correttamente identificato e poi ho sbagliato a punzonare sul cartellino! Una giusta pena del contrappasso visto che Rusky mi chiederà “ma sulla base di che cosa l’avevi giudicata?” ed io risponderò “dunque... ehmmm... non lo so! Ma quella dannata lanterna BRILLAVA! ...” (ho detto proprio così) “...e dopo sono solo andato a cercare degli elementi che suffragassero la mia scelta iniziale”. Intanto sono a 59 minuti di gara, e mancano ancora 11 lanterne. Sono in media per una conclusione tra le 2 ore e 5 e le 2 ore e 10 minuti, poco dentro il tempo limite, e penso che l’esperienza finlandese di Soederkulla ed i suggerimenti sulla “gestione del tempo” al de-briefing dopo la prima tappa dei Nordic Match mi serviranno. Il punto 10, 11 e 12 sono quelli che comprendo meglio (probabilmente sono i più facili) ed alla fine saranno gli unici sui quali avrei scommesso una cifretta su una risposta esatta. Il che mi mette nelle condizioni di avere un buon vantaggio di tempo sul limite di 130 minuti... ed è esattamente ciò di cui ho bisogno! Il punto 13 si rivela molto ostico ed alla fine devo escludere la presenza di una casa vicina (il cui bordo in carta non mi sembra collimare con la zona circostante) per dare una risposta in cui “credo”... (si rivelerà giusta, ma devo dire che “mi è andata bene”). Pochi giochi mentali sulla 14 e sulla 15, e poi ... 22 MINUTI SULLA 16! Ok... per una volta la decisione che prenderò alla fine di questi 22 minuti sarà quella giusta, ma comincio anche io a rendermi conto che il grado di incertezza nelle mie risposte si sta facendo davvero elevato: per un semplice calcolo delle probabilità, non posso aver azzeccato tutto! I 22 minuti si rivelano fatali anche per la mia gestione del tempo: sono oltre il milite che mi ero autoimposto a 4\5 di gara della gara e per risanare il mio orologio di gara devo “battezzare” la lanterna 17 (anche questa si rivelerà azzeccata) sulla prima sensazione, maturata quasi “a pelle” tra una “B” ed una “Z”. Con qualche minuto in più sull’orologio, posso dedicarmi alle ultime tre lanterne che riesco ad identificare con qualche difficoltà: la 18 sulla quale torno due volte, la 19 sulla quale torno anche qui due volte e la 20 sulla quale comprendo la scelta del tracciatore di utilizzare un “between the objects” non come “tra due oggetti” ma come “tra tre oggetti". Il mio tempo finale è di 2 ore, 5 minuti e qualche secondo. Arrivo al traguardo spremuto, con la testa che pulsa, ma riesco a ritrovare la concentrazione per gli ultimi due punti a tempo sui quali non mi faccio più prendere dal panico (devo solo far tacere i martelli che ho in testa), uscendone con altre due risposte esatte. Finale melodrammatico. Consegno il cartellino con una sola “Z” e mi chiedo quante ce ne saranno state lungo il percorso. Finché Susy De Pieri (tracciatrice) mi si fa incontro chiedendomi se ho messo più o meno di 6 “Z”... “perchè sai: non ce n’era nemmeno una...” ed io “... beh! Io alla fine ne ho messa una sola...”. Il che mi consentirà di gestire il siparietto che ho già raccontato: Marco che mi dice che con 7 o 8 errori si vince, io che come con le versioni di greco al liceo mi rifiuto di sapere i risultati, poi PLab e Bibi che vogliono sapere come è andata ed i conti che mi danno in testa con “soli” 5 errori. Non saprei dire se meritavo oggi di vincere, e forse la mia considerazione che gli errori avrebbero potuto benissimo essere 1 solo o addirittura 11 non depone a favore di una vittoria limpida. Sono stato fortunato “il giusto” e sono entrato in sintonia con il tracciatore “il giusto”. Ma so di essere stato fortunato e devo ammetterlo soprattutto per rispetto verso gli altri concorrenti, ed è su questo aspetto (sul fatto che non posso sempre contare su un po’ di “fattore C”) che sento di volermi ancora impegnare per migliorare. Oggi è andata bene.

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